Il lago delle meraviglie: oggi c’è, domani non c’è

di Gianluca Ricci

 

Lo si potrebbe definire un lago intermittente: nel senso che un po’ c’è e un po’ non c’è. C’è quando le nevi sulle montagne circostanti si sciolgono con l’arrivo delle temperature estive e riforniscono le sue sorgenti sotterranee, non c’è quando tutta quella mole d’acqua accumulatasi durante il disgelo viene portata a valle da un emissario anch’esso stagionale come il lago.

Si chiama Grüner See e si trova vicino al paesino di Tragöss, nel distretto di Bruck-Mürzzuschlag, qualche decina di chilometri a nord di Graz. A fargli da corona le inclite vette dell’Hochschwab, che d’inverno accumulano metri e metri di neve destinata a rifornire nei mesi caldi il laghetto sottostante.

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Per questa sua caratteristica è stato considerato uno degli specchi d’acqua più puliti e limpidi del mondo, anche se il turismo selvaggio che lo ha eletto a meta privilegiata in qualsiasi tour della regione della Stiria ne sta minacciando la purezza.

Gli abitanti dei dintorni, temendo che le oltre 100mila presenze annue non facciano bene alla sua purezza, hanno allora costretto le autorità ad emanare il divieto di balneazione. Fino a un paio di anni fa, quando ci si poteva immergere in quelle splendide acque, il Grüner See era una meta obbligata per gli amanti delle immersioni, visto che tra maggio e giugno era possibile fare con pinne, maschera e muta le stesse cose che da luglio in poi invece si fanno con giacca a vento e scarponi: già, perché nel periodo in cui il lago resta in secca quell’area diventa un parco, con tanto di camminamenti in legno, ponticelli e panchine.

Sbalorditive sono le foto che ritraggono subacquei comodamente seduti su una panchina o intenti a superare un ponticello dalla parte di sotto anziché da quella di sopra. Insomma, una irresistibile attrazione che ha finito per creare rischi reali per la sua incolumità: ecco perché le autorità si sono viste costrette a limitare la sua frequentazione.

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Oggi lo si può raggiungere alla fine della primavera e all’inizio dell’estate per ammirare la straordinaria colorazione delle sue acque, che virano intorno a tutte le sfumature dello smeraldo, complici le quinte di foreste di cui sono ammantate le pendici dell’Hochschwab.

La loro trasparenza permette comunque di individuare sotto il pelo dell’acqua tutti i manufatti realizzati dall’uomo per rendere quell’area piacevolmente frequentabile anche quando non c’è l’acqua. Nelle stagioni come la scorsa, caratterizzate da abbondanti precipitazioni nevose sulle vette circostanti, il livello delle acque raggiunge nel punto più profondo anche i 12 metri, a testimonianza dell’eccezionalità del fenomeno.

D’inverno invece l’appeal svanisce, nonostante sia noto che il terreno che si percorre con gli scarponi ai piedi è il medesimo che fa invece da fondale d’estate ad uno dei laghi montani più affascinanti del continente. A rendere tutto più complicato ci si è messa anche la natura, che ha trasformato l’abbondanza di antropizzazione in eccesso di produzione algale, e troppe alghe, si sa, rischiano di far morire per asfissia qualsiasi specchio d’acqua.

Anche per questo si è deciso di impedire all’essere umano di immergersi: gli equilibri naturali sono troppo delicati per essere messi in pericolo dalla voglia di selfie che sta dilagando nel pianeta.