Ganh Da Dia, i giganti di basalto vietnamiti

Si chiama Ganh Da Dia e significa, più o meno, “scogliera delle lastre di pietra”: si tratta di un ampio tratto di costa nei pressi di An Ninh Dong, nella provincia vietnamita di Phu Yen, caratterizzato dalla presenza di ben 35mila colonne di rocce basaltiche, frutto di eruzioni vulcaniche che migliaia e migliaia di anni fa modificarono per sempre questo spettacolare tratto di mare.

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Insomma, una sorta di enorme “Giant’s Causeway”, per chi ha avuto la fortuna di ammirare un fenomeno simile in Nord Irlanda: con il vantaggio però di avere nei pressi delle splendide spiagge da cui ammirare lo spettacolo che la natura ha messo in scena milioni di anni fa.

Si tratta di formazioni rocciose simili ad alveari in cui ogni colonna, rispettosa delle forme imposte dalla solidificazione della lava, svetta dai 30 centimetri ai due metri, contribuendo a formare un paesaggio davvero unico. Una specie di gigantesco puzzle di pietra, che sembra essere stato composto dalle mani pazienti di qualche gigante. Certo, per la sua particolare bellezza il luogo è stato riconosciuto nel 1998 come elemento del Patrimonio Nazionale, ma a differenza di molti altri posti simili, non c’è nessuna reverenza nei suoi confronti da parte della popolazione locale, che continua ad utilizzare quelle rocce geometricamente perfette come base di partenza per le barche da pesca o come deposito per le reti: una spiaggia come un’altra, insomma, dove il viaggiatore non vive la consueta sensazione di essere preda degli avidi cacciatori, sempre pronti ad adocchiare il turista e ad avventarglisi contro per piazzare le loro carabattole.

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Qui le formazioni rocciose si prestano molto bene ad ospitare le barchette rotonde con cui i pescatori raggiungono quelle più grandi ormeggiate in mezzo alla baia e il movimento che si osserva nell’area è quello di una piccola comunità che svolge le sue attività quotidiane senza alcun interesse per lo sfruttamento del paesaggio. Nei pressi si aprono poi splendide spiagge in cui, ovviamente, i residenti si sono attivati per rendere la permanenza dei visitatori la più agevole possibile, ricavandoci quel poco che consente loro di vivere dignitosamente.

I più avventurosi raccontano anche della bellezza del viaggio per raggiungere quel tratto di costa, un itinerario che si snoda attraverso un incredibile ponte di legno, percorribile a piedi o con biciclette o motorini, purché molto molto lentamente: a prima vista sembra un banalissimo molo per i pescatori, ma in realtà collega fra loro due tratti di costa, anche se la gente del luogo è costantemente impegnata a lavorare di chiodi e martello per rendere sicuro il transito. La strada passa poi attraverso minuscoli villaggi dove è possibile osservare le donne al lavoro nelle risaie o nei campi di mais, uno squarcio bucolico che anticipa la sorpresa delle colonne di basalto che si aprono all’improvviso dietro un’insenatura.

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Un mix ben riuscito, a ben pensarci, delle tipologie paesaggistiche più fortunate del Paese asiatico, che proprio alla singolarità delle sue campagne e alla bellezza del suo litorale deve la straordinaria fama di cui gode fra i viaggiatori, soprattutto quelli occidentali. I giganti di basalto, alla fine, diventano la classica ciliegina su una torta assai gustosa.