Camminare tra le nuvole? In Svizzera si può grazie al ponte sospeso più lungo al mondo

Gianluca Ricci

 

Si trova nella valle di Zermatt quello che viene considerato, secondo una stima più che attendibile visto che tutto si può dire della Svizzera tranne che manchi di precisione, il ponte sospeso più lungo del mondo, battezzato Charles Kuonen. La sua lunghezza arriva, passerella introduttiva compresa, a 490 metri, 33 in più della struttura di simile concezione realizzata pochi mesi prima in Germania nei pressi della diga di Rappbode, nel massiccio dello Harz un centinaio di chilometri a sud di Berlino.

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La nuova struttura permette di passare da un versante all’altro della valle evitando una lunga circumnavigazione che negli anni passati imponeva agli escursionisti camminate di ore. Oggi invece in meno di dieci minuti si attraversa la vallata con il naso all’insù, ammirando in tutta tranquillità, sempre che non si soffra di vertigini e si abbia cieca fiducia nelle capacità imprenditoriali delle aziende svizzere specializzate nella costruzione di simili infrastrutture, il panorama sulle Alpi Bernesi e, soprattutto, sul vicino massiccio del Monte Cervino.

L’opera è stata realizzata in sole dieci settimane dalla Swissrope, un’impresa specializzata da anni in realizzazioni di questo tipo, come testimoniano numerose altre opere sparse per il Paese.

Per rendere sicuro il passaggio degli escursionisti, che in questo modo possono permettersi il lusso di passeggiare sopra una delle più profonde valli svizzere, sono state usate nove tonnellate di cavi d’acciaio e una quantità simile di legno per piazzare l’assito di calpestio.

Il corridoio di passaggio è largo solo 63 centimetri, ma con un po’ di buona volontà i visitatori possono percorrerlo all’andata e al ritorno spostandosi verso le corde di sostegno in caso di incroci con altre persone.

Il record detenuto dal ponte tedesco di Rappbode, denominato Titan-RT, è durato solo poche settimane, sufficienti però per attirare l’attenzione degli appassionati delle camminate in montagna, ai quali è stata offerta un’attrazione supplementare con una spesa tutto sommato modesta se si pensa a quello che sarebbe potuto costare un ponte normale.

I ponti sospesi, o tibetani come sono più comunemente conosciuti proprio perché frequentemente usati in quella parte del mondo dominata da vallate e montagne, permettono di collegare due sponde anche lontane fra loro senza dover realizzare strutture pesanti o impattanti.

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Una soluzione che si sta diffondendo con sempre maggiore vigore anche nel nostro continente, visto che le località in cui è già stato collocato uno di questi esemplari hanno visto aumentare la frequentazione da parte dei visitatori.

Un’opera simile è in realizzazione, giusto per sottolineare l’esplosione di questa moda, anche in Portogallo, pur non potendo insidiare il record vantato dal ponte svizzero, visto che la sua lunghezza sarà inferiore di una decina di metri.

Si tratterà comunque di un intervento dal sicuro impatto turistico e permetterà di superare il fiume Paiva, nei pressi di Arouca, tra Porto e Viseu, sospesi a 150 metri da terra. Per rassicurare chi soffre di vertigini, il piano di calpestio sarà largo un metro e venti, il doppio dunque di quello svizzero, anche se passeggiare ad un’altezza simile tanto tranquilli non lascia.

Il fatto che si punti a trasformare semplici camminate in attrazioni da luna park potrebbe innescare discussioni a non finire, ma forse è meglio limitarsi a dondolare un po’ sospesi nel vuoto senza farsi troppe domande.