Batu Caves (Malesia): la scala arcobaleno del tempio contestata dalle autorità

I monaci che gestiscono il monumentale complesso religioso delle Batu Caves, nell’immediata periferia di Kuala Lumpur, in Malaysia, pensavano di aver avuto un’idea brillante, brillantissima: e così l’hanno messa in pratica, senza pensare alla valenza storico-religiosa del sito e senza considerare il peso pachidermico delle procedure burocratiche che in ogni angolo del pianeta prova a rallentare, se non a bloccare, qualsiasi tipo di iniziativa.

Dipingere con i colori dell’arcobaleno la lunghissima scalinata che dalla spianata in cui è collocata la gigantesca statua dorata di Karttikeya, o Murugan, considerata una delle più grandi del mondo con i suoi 43 metri d’altezza, conduce all’imboccatura della grotta in cui sono stati realizzati gli edifici sacri è stato un errore, anche se l’intervento ha regalato all’intera area freschezza e vivacità.

malesia batu caves

Purtroppo i monaci hanno fatto i conti senza l’oste, ovvero il Dipartimento del Patrimonio malese, il quale è intervenuto minacciando di escludere uno dei monumenti più visitati del Paese dal registro dei patrimoni di valenza nazionale e di sospendere definitivamente l’erogazione dei contributi statali necessari a mantenerlo in attività.

Gli autori della trasformazione hanno operato in buona fede, ovviamente, ritenendo necessario conferire al luogo di culto una nuova veste: ma la normativa non ammette errori né ignoranza, ragion per cui sarà necessario attendere il pronunciamento delle autorità per capire cosa accadrà al santuario e alla sua monumentale scalinata.

Santuario dedicato alle divinità indù che venne realizzato intorno al 1890, dopo che il naturalista inglese Hornaday aveva reso pubblico quell’impressionante sistema di grotte che si dipanava nelle viscere della terra alla periferia della capitale, modellato nel corso di 400 milioni di anni dalle acque piovane.

batu caves

 

272 sono i gradini necessari a superare il dislivello fra la base e l’enorme apertura nella roccia alta quasi cento metri, nelle cui pareti sono state collocate statue di numerose divinità, da Shiva a Ganesh, da Murugan a Durga; la volta della caverna è invece stata impreziosita da dipinti che raffigurano alcune delle più importanti leggende della cultura indù, mentre dietro l’altare svetta la grande statua di Rama.

Un tempo la scalinata che conduceva fin lassù era di legno, sostituita in tempi più recenti da un’ampia costruzione di cemento che oggi è dipinta con i colori dell’arcobaleno: l’iniziativa è stata apprezzata dai turisti e dai fedeli, ma non dalle autorità, che si sono riservate il tempo di decidere il da farsi senza alterare i fragili equilibri esistenti fra la società civile e quella religiosa, che in Malaysia svolge ancora un ruolo centrale.

Secondo i funzionari ministeriali sarebbero state disturbate l’armonia, l’integrità e l’originalità delle Batu Caves, anche se il responsabile dei lavori assicura di avere agito solo dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, tanto che, insieme al lavoro di tinteggiatura delle scale, sono stati realizzati interventi di restauro e ristrutturazione anche dei tredici templi contenuti nelle grotte, per un costo di quasi un milione di euro in moneta locale.

batu caves malesia

Visto lo straordinario successo registrato su tutti i social a livello planetario, il governo malese ha deciso di muoversi con i piedi di piombo: sarebbe sciocco cancellare con una mano di “grigio burocratico” quell’esplosione di colori che vuole inneggiare alla vita.