Turchia, benvenuti nella città dei castelli fantasma
Gianluca Ricci
C’è un luogo, in Turchia, che ha raggiunto fama e notorietà grazie ad un clamoroso fallimento immobiliare. Il luogo si chiama Burj Al Babas, nella regione di Bolu situata nel nord del Paese, e sarebbe dovuto diventare una esclusivissima città per vip provenienti da ogni parte del mondo.
Non a caso la pianificazione urbanistica, sui principi della quale ci sarebbe molto da ridire anche se si tratta di faccende interne ad uno Stato autonomo, aveva previsto di far sorgere dal nulla centinaia di ville signorili, una uguale all’altra, tutte realizzate secondo stilemi architettonici simil-gotici.
Una distesa a perdita d’occhio di piccoli castelli stile Disney, uno attaccato all’altro, con tanto di torri e tetti a punta, un piccolo giardino a dividere una proprietà dall’altra e via con altri castelli da sogno. Una scommessa che la società Sarot pensava di vincere agevolmente, visto che di quelle dimore disneyane ne era già riuscita a piazzare trecentocinquanta, la metà di quelle previste in costruzione.
Molti investitori stranieri avevano già provveduto al versamento del dovuto, all’incirca trecentomila euro a casa: un prezzo quasi di favore, se si pensa che ognuna di esse doveva essere dotata di ciclopici colonnati, enormi saloni dai pavimenti marmorei, soffitti a volta, decorazioni musive, pittoresche fontane e persino, a richiesta, piscine in giardino.
Una parte della lottizzazione, poi, si sarebbe dovuta spingere fin sulle rive di un bel laghetto nelle vicinanze e alcune di quelle case, evidentemente le più lussuose, avrebbero dovuto disporre di un’intera ala direttamente realizzata sopra l’acqua. Dimore da favola, dunque, sulle quali avevano gettato gli occhi molti benestanti provenienti soprattutto dal Medioriente.
Tuttavia i fondi non sono stati sufficienti e il sogno di una vita hollywoodiana nel bel mezzo della Turchia si è interrotto di colpo. La società ha dichiarato fallimento e la realizzazione della nuova cittadella si è bloccata. A rendere il colpo particolarmente duro soprattutto per chi i soldi li aveva già tirati fuori è stata la mancata realizzazione delle infrastrutture di base: acqua, elettricità, strade esistono solo sulla carta, ma a causa del crack finanziario di chi aveva proposto l’affare non sono stati realizzati. E così anche coloro che credevano di potersi trasferire nel loro piccolo castello hanno dovuto rinunciare e, anziché assumere un maggiordomo, sono dovuti andare in cerca di un buon avvocato.
La società responsabile del fallimento ha rassicurato tutti garantendo che entro il prossimo autunno le ruspe torneranno a lavorare a Burj Al Babas, ma sono pochi quelli che ci credono davvero. Gli unici ad essere soddisfatti sono i sempre più numerosi turisti che si spingono fin lassù e si aggirano fra i castelli come se si trovassero fra le quinte di un film.
Ed effettivamente il colpo d’occhio non è male, soprattutto se catturato dalle alture circostanti. Un enorme monumento all’ingordigia, ma anche alla faciloneria con cui si credeva di potersi garantire un piccolo paradiso ad un costo tutto sommato irrisorio.
E nell’attesa che il sogno torni a diventare tale, i proprietari delle ville già acquistate si possono consolare guardando lo sguardo inebetito di chi vaga fra quelle costruzioni, chiedendosi probabilmente come sia potuto accadere.