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I 20 libri raccomandati da Mark Zuckerberg

Marc Zuckerberg: i 20 libri consigliati dal magnate di Facebook

Come ogni anno, lo scorso gennaio Mark Zuckerberg ha annunciato sul suo profilo Facebook quale sarebbe stata la sua personale sfida di quest’anno. La scelta per il 2015 è caduta sui libri: leggerne almeno due al mese, con temi che trattassero di culture diverse, tecnologia, filosofia e religioni.

“I libri – spiegava allora Zuckerberg – ti permettono di indagare e conoscere uno specifico tema, in un modo molto più profondo e chiaro di quanto qualsiasi media possa fare”. A gennaio è quindi nato il A Year of Books Club, in cui lui stesso propone discussioni o commenta con la comunità della pagina il libro che sta leggendo. Quella che vi proponiamo oggi è una lista dei libri che fino ad ora, il fondatore di Facebook pensa dovremmo leggere tutti.

“Perchè le nazioni falliscono – le origini di prosperità, potenza e povertà” – di Daron Acemoglu e James Robinson

Pubblicato per la prima volta nel 2012 il testo, scritto a quattro mani dall’economista Acemoglu e dallo scienziato esperto in strategie politiche Robinson, raccoglie 15 anni di ricerche. Gli autori spiegano come li cosiddetti “Governi Estrattivi” si danno controllino e rafforzino il potere di pochi, mentre i “Governi Inclusivi” creano mercati aperti che permettono ai cittadini di spendere ed investire liberamente. Zuckerberg – dichiarato filantropo – ha scelto questo testo per capire le origini della povertà nel mondo.

“L’Ottimista Razionale: evoluzione della prosperità” di Matt Ridley

Il testo più popolare e controverso di Matt Ridley. Pubblicato per la prima volta nel 2010. Ridley espone il concetto di “mercato” come unica risorsa per il progresso dell’uomo, un progresso che cresce esponenzialmente secondo la libertà di quel mercato. L’evoluzione porterebbe l’uomo a migliorare le proprie condizioni di vita facendo fronte ai cambi climatici ed al problema della soovra-popolazione. Zuckerberg dice di averlo scelto perchè pone una teoria contraria al testo precedente.

“Portfolios of the poors” – Darin Collins

I ricercatori Darin Collins, Jonathan Morduch, Stuart Rutherford e Orlanda Ruthven hanno passato gli ultimi 10 anni studiando la vita economica delle classi più povere in India, Bangladesh e Sud Africa. La ricerca ha permesso loro di dichiarare che l’estrema povertà non si sviluppa in aree dove le persone vivono alla giornata, spendendo ogni giorno ciò che hanno a disposizione, bensì in paesi dove manca il libero accesso ad istituzioni (bancarie o meno) che permettano loro di risparmiare. “quasi la metà della popolazione mondiale vive con meno di 2,5$ al giorno, ed almeno un miliardo di persone con meno di 1$ al giorno…è assurdo”, scrive Zuckerberg nel blog “Spero – continua – che questo libro mi aiuti a capire come creare strategie internazionali per poter aiutare queste persone a vivere meglio”.

The three Body Problem” – di Liu Cixin

Pubblicato in Cina nel 2008 e tradotto in inglese solo quest’anno, il romanzo ha vinto numerosi premi. Si tratta di un romanzo di fiction, ambientato nella Cina di Mao, ai tempi della Rivoluzione Culturale. Il libro racconta di come una specie aliena decida di invadere la Terra, dopo che il Governo Cinese ha inviato diversi segnali di pace nello spazio. “E’ una lettura divertente – dice Zuckerberg – che stacca un po’ dagli altri testi. Inoltre dimostra per la prima volta l’apertura del mondo orientale ai più noti fenomeni di fiction dell’occidente”.

“Genoma” – Matt Ridley

Un testo del 1990 che esplora l’evoluzione dei geni e lo sviluppo della genetica. “E’ un testo che cerca di spiegare la storia dell’Umanità dal punto di vista della genetica e non sociale” dice Zuckerberg.

‘The Muqaddimah’ – Ibn Khaldun

La traduzione del titolo è “l’Introduzione”, e fu scritta nel 1377 dallo storico islamico Khaldun. Si tratta di un testo che vuole identificare gli elementi universali del progresso umano. L’approccio scientifico – rivoluzionario alla storia di Khaldun lo pone come uno dei padri della storiografia e della sociologia moderne. “Sebbene molto di ci in cui si credeva oltre 700 anni fa non sia stato provato, è interessante capire com’era allora la visione del mond oe della sua integrità” scrive Zuckerberg.

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“Sapiens, breve storia dell’Umanità” di Yuval Noah Harari

Best seller nel 2014 il testo è dello storico Harari, insegnante presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Il libro tratta un profilo dell’evoluzione dell’Homo Sapiens dagli abitanti delle caverne agli “dei” umani ma onnipotenti del futuro. Secondo Zuckerberg “La “Muqaddimah” presentava la storia secondo la prospettiva di uno storico del 1300, e questo testo esplora argomenti simili, ma da una prospettiva moderna”.

“Le diverse esperienze religiose: studio della natura umana” di William james

William James (1849-1919) è considerato uno dei più grandi filosofi americani. Questo testo raccoglie testi che esplorano la coscienza religiosa, ed i meccanismi che scattano nelle persone per usare la religione come mezzo cui aggrapparsi per sopravvivere ed avere uno scopo nella vita”. “In “Sapiens” – dice Zuckerberg – c’è un capitolo dedicato al ruolo della religione nella vita dell’uomo. L’ho trovato interessante, ed ho voluto approfondire il tema”.

“The New Jim Crow” di Michelle Alexander

Professoressa di Legge e di Diritti Civili alla Ohio state University, la Alexander discute nel libro di come ancora oggi vengano trattate dai media e nei media (film, giochi di ruolo, etc…) le persone di colore, e di come questo fomenti ancora un trattamento di serie B ai cittadini di colore. “E’ un testo che mi è stato raccomandato da molti – dice Zuckerberg – al tempo della riforma della giustizia. L’ho trovato interessantissimo ed utile, e lo consiglio a mia volta”.

“La Fine del Potere” di Moisés Naím

A lui si deve l’idea della creazione del “Book Club” di Zuckerberg. Ex direttore esecutivo della Banca Mondiale e successivamente membro senior della Carnegie Endowment for International Peace, Naím scrive una vera e propria ricerca storica. Come, cioè il Potere sia passato dai Governi Autoritari, Militari o Corporativi, agli individui. L’esempio ne è il clichè di Silicon Valley: la startup perturbatrice. Zuckerberg dice di averlo scelto perchè “Credo fermamente nel dare più potere alle persone”.

“Verso la creatività e oltre.” – Ed Catmull

Ovvero la storia della Pixar scritta da uno dei fondatori. Catmull intervalla la narrazione con consigli pratici su management e imprenditorialità, sottolineando come sia essenziale che ogni compagnia o azienda “coccoli” la creatività dei propri impiegati. “Adoro leggere di come le grandi compagnie come la Pixar diano spazio illimitato e nytrano la creatività e l’innovazione”. Commenta Zuckerberg.

“Il declino della violenza” di Steven Pinker

Pinker, psicologo ed insegnante ad Harvard, dimostra come, nonostante veniamo bombardati 24h su 24 da immagini di comportamenti violenti, la violenza in sè stia diminuendo nelle società moderne. Anche Bill Gates ha ammesso che è uno dei più importanti libri che abbia mai letto

“Immunità” di Eula Biss

Un libro controverso (soprattutto negli USA), che tratta delle vaccinazioni e della veridicità dei loro effetti. Il libro espone le teorie di chi si definisce contrario alle vaccinazioni, dando ad ognuna di esse spiegazione scientifica. “Le vaccinazioni sono fondamentali per la salute della nostra comunità – afferma Zuckerberg – e sapere come funzionano è basilare”.

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“L’impero di Azad” – Iain Banks

Pubblicato nel 1988 il romanzo narra di come si sarebbe evoluta la civiltà se una tecnologia iper-avanzata avesse preso il sopravvento, superando le capacità dell’uomo. “Puro intrattenimento, ma interessante”, dice Zuckerberg

“Gang Leader per un giorno” – Sudhir Venkatesh

Professore di sociologia all’Università di Chicago, Venkatesh ha fatto parte, negli anni ’90 e come infiltrato, di una gang dei bassifondi della città. Zuckerberg dice che il libro è illuminante: “Si capiscono i modi di comunicare e di relazionarsi tra le diverse barriere economiche e sociali. Più diventiamo empatici, più impariamo a rispettarci l’uno con l’altro”.

“La Struttura delle Rivoluzioni scientifiche” di Thomas Kuhn

IL libro filosofico per eccellenza. Pubblicato per la prima volta nel 1962 è uno dei libri di testo più adottati da atenei di tutto il mondo. Spiega l’evoluzione della scienza e gli effetti sul mondo moderno. “Conoscere a fondo e capire lo sviluppo delle invenzioni scientifiche del mondo moderno -dice Zuckerberg – è la base del progresso sociale”.

“La vendetta di Orwell” di Peter Hubler

Nel 1994 questo studente del Manhattan Institute for Policy Research pubblicò in modo non ufficiale il sequel di “1984” di Orwell. Era quella l’epoca dei primi passi di Internet e delle nuove tecnologie e media, ed il romanzo si immagina un mondo in cui i cittadini usino la tecnologia che una volta li rese schiavi, come mezzo per raggiungere la libertà. “Direi che per come è andata, il libro di Hubler ha dimostrato l’utilità di Internet nella società” dice Zuckerberg.

“Energy” di Vaclav Smil

Un trattato su “che cos’è l’energia”, pubblicato nel 2006. il tema si sposta poi su temi più complessi, come il cambiamento climatico. Smil è uno degli autori preferiti da Bill Gates. “Spiega come l’energia si forma, e come viene impiegata – dice Zuckerberg – dandoci la possibilità di reindirizzarne alcuni utilizzi, ed evolvere”

“Trattando con la Cina” – Henry M. Paulson Jr.

Zuckerberg si dice molto affascinato dal mondo e dalla cultura cinese: ha imparato il cinese mandarino ed è riuscito – dopo anni di incontri e “spiegazioni” – a convincere il Governo cinese ad introdurre Facebook nel paese. Il libro è scritto dall’ex Ministro dell’Economia americano Paulson ed esplora il recente boom dell’influenza cinese sul resto del mondo. “Negli ultimi 35 anni – racconta Zuckerberg – la Cina si è trasformata radicalmente, sia in termini economici che di società. Centinaia di milioni di persone sono uscite dalla povertà. La Cina ha fatto olto più in questo senso che qualunque altro paese del mondo”.

“Rational Ritual” di Michael Suk-Young Chwe

Michael Suk-Young Chwe è economista presso la UCLA. Il libro si bassa sulla “common Knowledge”, ossia sul fenomeno per cui le persone vedono il mondo non per ciò che loro stessi sanno, ma per come viene presentato dai social media e da come un fenomeno viene commentato negli stessi. “Un testo basilare per capire come stiamo trattando la nostra identità” commenta Zuckerberg.

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